domenica 29 gennaio 2012

I Lego


Giocavo con i Lego da quando avevo ventotto mesi. Costruivo mostri di tutte le dimensioni. “Guarda! Guarda che bei mostri che costruisce Carmela, lei è una bambina prodigio”. La parola prodigio ancora oggi mi provoca l’orticaria.
Non mi limitavo ad incastrare i pezzi. Con i colori ad olio della Maimeri dipingevo: occhi , nasi, orecchie, bocche, capelli e se necessario baffi e pizzetti. La scelta dei colori era tutt’altro che casuale. I miei familiari pensavano che fossero personaggi dei cartoni animati e questo mi fa riflettere su quanto fossi seguita nelle mie attività quotidiane. Se così fosse stato avrei dovuto costruire elefanti. Forse però non ero nemmeno così brava, loro non si sono mai riconosciuti.
Era mia abitudine dormire nel ripostiglio dei mostri Lego. L’ho fatto fino a quando una sera, presa da un colpo di sonno e con la sigaretta in mano ho dato fuoco al tutto. Tra la puzza di plastica bruciata, forse ancora in tempo per estinguere le fiamme, mi sono svegliata. In quel momento ho scelto di farle ardere, ho guardato in faccia tutti i miei mostri e li ho salutati per nome.
Qualche mese dopo l’incendio appena tolte le bende sono tornata in ufficio. Uno dei miei mostri l'avevo regalato ad un mio collega e sapevo che lui durante la mia assenza l’aveva riposto sulla scrivania di fronte alla mia ma speravo che quella vista mi avrebbe colpita meno.
Così non è stato ed è anche vero che ero io quella che si divertiva a costruire costruzioni con i Lego e soprattutto sono stata io a regalarglielo per giunta senza motivo visto che non era nè il suo compleanno nè il suo onomastico.
Non posso chiedergli di riporlo in un cassetto ma posso invece lasciare che il tempo mi aiuti a maturare una sana indifferenza al ricordo.
Il giudice mi ha accusata di incendio doloso e di omicidio colposo. Quella notte tra le fiamme è deceduta la parte di me iscritta all’albo degli Ingegneri Edili/Gestionali di mosti Lego.
Ora colleziono gechi di nome Arturo.

domenica, 15 maggio 2011

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